Akita Inu, il cane giapponese

Le radici di questa razza antica affondano nell’isola di Honshu, la più grande e centrale dell’arcipelago giapponese. Originariamente, i suoi antenati erano utilizzati per la caccia e la protezione in regioni montuose e innevate, luoghi in cui la loro resistenza e il loro coraggio erano qualità essenziali per la sopravvivenza. Uno dei primi cani da cui discende l’Akita Inu è il Matagi-Inu, un cane da caccia rustico e robusto, utilizzato dai cacciatori locali per cacciare prede di grandi dimensioni come orsi e cinghiali. Questa razza primitiva si distingueva per la grande agilità, l’olfatto eccellente e la notevole resistenza alle temperature rigide. Nel tempo, il Matagi-Inu fu incrociato con cani da combattimento più grandi, tra cui il Kurae-Inu, un tipo di molossoide importato dalla Cina e dalla Corea, con una struttura muscolare più possente e un’indole più aggressiva. Questo processo di attenta selezione mirava a creare esemplari forti, capaci di eccellere nelle lotte, una pratica molto diffusa in Giappone tra il 1603 e il 1868. Nella città di Ōdate, situata nella prefettura di Akita, si sviluppò una variante ancora più definita, nota come Ōdate-Inu, considerata l’antenata diretta dell’Akita Inu odierno. Questo cane iniziò a essere apprezzato non solo per le qualità fisiche, ma anche per il temperamento leale e la capacità di proteggere le famiglie e le proprietà. Con l’abolizione dei combattimenti tra cani e la modernizzazione del Giappone, l’Akita Inu venne preservato e riconosciuto ufficialmente come tesoro nazionale, consolidandone lo status di simbolo di dignità e fedeltà. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la razza ha rischiato l’estinzione a causa delle difficoltà economiche e della requisizione di cani per produrre equipaggiamento militare e, in particolare, pellicce. Molti vennero incrociati con altre razze ai fini di sopravvivenza, dando origine alla distinzione tra Akita Inu giapponese e Akita americano. Dopo il conflitto, la razza venne recuperata grazie all’impegno degli allevatori giapponesi, che lavorarono per riportarla alle caratteristiche originali.

Oggi, rimane un simbolo di lealtà assoluta e dignità, apprezzato per l’intelligenza e il carattere fiero, ma adatto solo a proprietari esperti che ne colgono la natura indipendente e riservata.

La razza: Akita Inu vs Akita americano

Akita Inu tigrato

La differenza tra l’Akita Inu giapponese e l’Akita americano è piuttosto evidente, tanto che oggi si tratta di due razze distinte. L’Akita Inu giapponese ha un aspetto più raffinato e armonioso, con lineamenti più eleganti e una struttura meno massiccia rispetto alla sua controparte americana. Il muso è più affilato, simile a quello dello Shiba Inu ma più grande, mentre l’Akita americano ha un cranio più ampio e un corpo più imponente. Questo perché, nel corso del tempo, l’Akita americano è stato incrociato con razze come il Mastino, sviluppando una corporatura e zampe più muscolose e possenti.

Aspetto fisico: differenze maschio/femmina, cucciolo

L’aspetto fisico dell’Akita Inu è imponente ma al contempo elegante. Il maschio può raggiungere un’altezza di circa 67 cm al garrese e pesare fino a 50 kg, mentre la femmina è leggermente più piccola, con un’altezza di circa 61 cm e un peso che si aggira intorno ai 40 kg. Inoltre, i maschi tendono ad avere una testa più larga e un carattere più dominante, mentre le femmine sono spesso più affettuose e gestibili, sebbene entrambi siano accomunati da un’indole indipendente e fieramente leale.

I cuccioli di Akita Inu sono irresistibili, con un aspetto morbido e rotondo che ricorda un orsetto. Nei primi mesi di vita, le orecchie sono ancora abbassate e l’espressione appare dolce e curiosa. Con la crescita, la testa si sviluppa in una forma più marcata e le orecchie si raddrizzano, assumendo la tipica espressione vigile dell’Akita adulto.

La testa dell’Akita Inu è una delle caratteristiche più distintive della razza. È ampia, con un muso corto ma proporzionato, che conferisce al cane un’espressione seria e dignitosa. Il tartufo è nero e ben sviluppato, mentre la mascella è forte e robusta, adattata alla funzione originaria di caccia e difesa. L’Akita Inu è noto per il suo fitto mantello dal doppio strato – pelo di copertura duro e sottopelo soffice – e per le particolari marcature chiare sul viso. In particolare, il pelo presente sui lati del muso, cioè sulle guance, presenta peculiarità in termini di colore, consistenza e funzione (protezione dal freddo, espressione facciale, comunicazione attraverso le vibrisse). Gli occhi sono piccoli, leggermente inclinati e di colore scuro, conferendo allo sguardo dell’Akita un’espressione intensa e attenta. Rispetto ad altre razze, gli occhi dell’Akita sono meno rotondi e più stretti, un tratto molto comune nei cani da lavoro giapponesi come lo Shiba Inu. Le orecchie sono erette, triangolari e leggermente inclinate in avanti, che danno al cane un’aria vigile e sempre sull’attenti. Questa caratteristica è tipica delle razze primitive e dei cani nordici, come l’Husky o il Malamute, ed è un segnale di adattamento al freddo, poiché le orecchie più piccole disperdono meno calore. Un altro elemento distintivo è la coda, arrotolata sul dorso in modo elegante, che lo distingue da razze come il Pastore Tedesco, la cui coda è portata bassa, e lo rende più simile ad altri cani giapponesi come il Kishu o il Shikoku. Folta e ricurva, non ha solo una funzione estetica, ma lo aiuta anche a proteggersi dal freddo: l’Akita Inu si avvolge su di essa quando dorme, proprio come fanno i cani nordici nelle regioni dal clima rigido.

Pelo e colori: bianco, tigrato, nero

Il pelo dell’Akita Inu è spesso e fitto, con un sottopelo denso che lo protegge quando le temperature scendono. È pertanto adatto ai climi freddi, ma richiede una cura costante per evitare che si formino i nodi e per rimuovere il pelo morto, specialmente nei periodi di muta (solitamente due volte all’anno). I colori del manto possono variare: l’Akita Inu può essere bianco, fulvo con urajiro (sfumatura più chiara sulle parti inferiori del corpo), tigrato o rosso. Il colore nero non è riconosciuto negli standard di razza giapponesi, mentre l’Akita americano può presentare una maggiore varietà di colori, tra cui il nero tinta unita o il pinto (macchie su fondo bianco). Il bianco è una delle colorazioni più eleganti, che conferiscono un look ancora più regale e solenne. Il tigrato, con le punte nere, invece, è una delle varianti più rare e dona al cane un aspetto selvaggio, simile a quello di alcune razze di lupi. Il rosso fulvo è il colore più diffuso e ricorda molto l’aspetto dello Shiba Inu, solo in una taglia più grande.

Com’è il carattere dell’Akita Inu?

L’Akita Inu è un cane dal carattere forte, affascinante e complesso, un mix di fierezza, indipendenza e lealtà assoluta. Se desiderate accogliere un Akita nella vostra vita dovete comprendere che non si tratta di un cane come gli altri e che la sua gestione richiede esperienza, rispetto e una solida conoscenza della sua psicologia.

Il temperamento dell’Akita è spesso paragonato a quello di un felino più che a quello di un classico cane da compagnia. A differenza di razze come il Labrador Retriever o il Golden Retriever, che cercano costantemente il contatto con il loro umano e rispondono con entusiasmo agli ordini, l’Akita Inu è molto più indipendente. Non ama le richieste ripetitive e non esegue un comando semplicemente per compiacere il suo proprietario: deve infatti capire il senso di ciò che gli si chiede e, se lo ritiene opportuno, agisce di conseguenza. È un animale intelligente e riflessivo, che valuta ogni situazione prima di reagire.

Uno degli aspetti più straordinari del carattere dell’Akita Inu è la sua lealtà incondizionata verso la famiglia. Un esempio celebre? La storia di Hachikō, il leggendario Akita Inu che, per, quasi dieci anni, ha aspettato invano il ritorno del suo proprietario alla stazione di Shibuya. Questa vicenda commovente ha attraversato i decenni, ispirando film e racconti, tra cui la pellicola “Hachiko: Il tuo migliore amico”, interpretata dall’attore Richard Gere, che ha reso la storia ancora più popolare, diffondendola a livello internazionale. Gli Akita Inu sviluppano infatti un legame fortissimo con la loro famiglia e sono profondamente protettivi, senza però risultare inutilmente aggressivi. Tuttavia, questa stessa dedizione può tradursi in una naturale diffidenza nei confronti degli estranei, un tratto che li rende eccellenti cani da guardia. A differenza di razze più aperte e socievoli, come il Boxer o il Border Collie, l’Akita Inu impiega tempo ad accettare nuove persone e non si lascia facilmente conquistare.

Un aspetto importante da considerare è la compatibilità con altri animali. L’Akita Inu ha una forte predisposizione alla dominanza e tende a non tollerare facilmente altri cani, specialmente dello stesso sesso. In questo si differenzia da razze più sociali come il Siberian Husky, che spesso preferisce la compagnia dei suoi simili. Se non viene socializzato correttamente fin da cucciolo, l’Akita può sviluppare atteggiamenti territoriali e possessivi, rendendo difficile la convivenza con altri animali. Questo istinto di dominanza non significa necessariamente che sia un cane aggressivo, quanto che richiede una gestione attenta e competente.

Quali sono i suoi difetti? È aggressivo?

Prima di prendere un Akita Inu, è fondamentale che sappiate che non è un cane per principianti. Come appena detto, richiede una socializzazione precoce e costante, oltre a un proprietario che sappia imporre regole chiare senza essere eccessivamente autoritario. Non è un cane che può essere lasciato solo per molte ore al giorno, perché, pur essendo indipendente, ha comunque bisogno di un rapporto costante con la sua famiglia. Non è la scelta giusta per voi se cercate un cane che si adatti facilmente a qualsiasi contesto, perché ha una forte personalità e può essere testardo. L’aggressività non è una caratteristica innata della razza, ma può emergere in determinate situazioni se il cane non viene educato con fermezza e coerenza. L’Akita Inu è un cane fiero, che non tollera maltrattamenti o metodi di addestramento coercitivi. Una gestione basata sulla punizione può facilmente portare a reazioni difensive, mentre un approccio calmo e rispettoso favorisce la cooperazione. Se volete un cane che esegua i comandi senza esitare e sia sempre entusiasta di interagire dovreste orientarvi verso cani più inclini a collaborare, come il Pastore Belga Malinois.

Cosa sapere prima di prendere un Akita Inu?

Dovete sapere che l’Akita Inu ha bisogno di una routine ben definita e inquadrata. A differenza di razze più flessibili che si adattano facilmente a cambiamenti improvvisi, l’Akita preferisce sapere cosa aspettarsi. Questo non significa che debba vivere in una routine rigida, ma piuttosto che trarrà beneficio da orari stabili per i pasti, le passeggiate e i momenti di interazione con la famiglia.

È fondamentale ribadire che l’Akita Inu non è un cane che può essere gestito con la forza o con metodi intimidatori, perché rispetta il suo proprietario solo se a sua volta si sente rispettato. Non risponderà mai bene a un approccio aggressivo, ma può diventare un compagno straordinario se si impara a comunicare con lui in modo chiaro e coerente. In definitiva, se decidete di accogliere un Akita Inu dovete essere ben consapevoli delle sue peculiarità e delle sue esigenze. Non è un cane che si può prendere alla leggera, né uno che dalle spiccate capacità di adattamento e accettazione. Tuttavia, se siete disposti a comprendere la sua natura e ad accettare la sfida di educarlo con rispetto e un po’ di pazienza, l’Akita Inu saprà ricambiare con una fedeltà assoluta e una dignità che pochi altri cani possiedono.

Consiglio Santévet

Per gestire al meglio un Akita Inu, uno dei segreti è lavorare intensamente sulla gestione delle emozioni piuttosto che sul semplice addestramento ai comandi. Molti proprietari si concentrano sull’insegnare al cane a sedersi, a stare fermo o a camminare al guinzaglio, ma spesso trascurano l’importanza di insegnargli a gestire situazioni di stress o eccitazione. L’Akita Inu può essere un cane molto impulsivo e un errore comune è cercare di controllarlo solo con la forza o con richiami verbali. Un metodo efficace è lavorare sulla calma e sulla desensibilizzazione agli stimoli, insegnandogli ad affrontare situazioni nuove senza reagire con tensione. Per esempio, piuttosto che correggere un atteggiamento aggressivo in modo diretto, può essere più utile lavorare sul controllo del respiro del cane e sulla sua postura, premiandolo quando si rilassa.

Quanto vive un Akita Inu?

Statua di Hachiko

L’aspettativa di vita media dell’Akita Inu si attesta tra i 10 e i 12 anni, in linea con altre razze di taglia grande. Ad esempio, il Pastore Tedesco e il Rottweiler presentano una longevità simile, mentre razze più piccole come il Beagle o il Barboncino tendono a vivere più a lungo, spesso superando i 15 anni.

Salute e patologie tipiche

Gli Akita Inu, come altri cani, possono essere soggetti a disturbi comuni come ad esempio la diarrea, le intolleranze alimentari, le intossicazioni alimentari e le allergie cutanee oppure subire operazioni comuni come la sterilizzazione per gli esemplari femmine e la castrazione per gli esemplari maschi. Gli Akita Inu possono essere predisposti anche a sviluppare condizioni più serie che richiedono cure costose e prolungate, tra le quali ad esempio il diabete mellito. Nonostante l’aspetto robusto, sono interessate anche da specifiche patologie, tra cui le principali sono:

●      Displasia dell’anca: si tratta di una malformazione dell’articolazione coxo-femorale che può causare dolore e zoppia; è una condizione comune in molte razze di taglia grande, come il Labrador Retriever e il Golden Retriever.

●      Displasia del gomito: è simile alla displasia dell’anca, ma interessa l’articolazione del gomito e può portare a zoppia e artrite. Anche il Pastore Tedesco è frequentemente affetto da questa patologia.​

●      Ipotiroidismo: si tratta di una ridotta funzionalità della tiroide che può manifestarsi con aumento di peso, letargia e problemi cutanei. Questa condizione è riscontrabile anche nel Dobermann e nel Boxer.​

●      Patologie oculari: l’Akita Inu può soffrire di problemi agli occhi, come l’entropion (ripiegamento verso l’interno della palpebra) e l’atrofia progressiva della retina, che può condurre alla cecità. Anche il Chow Chow e lo Shar Pei sono soggetti a tali disturbi.​

●      Patologie cutanee: questo cane è predisposto a malattie autoimmuni della pelle, come il pemfigo foliaceo e l’adenite sebacea, che causano lesioni cutanee e perdita di pelo.​

●      Torsione gastrica: è una condizione grave in cui lo stomaco si torce su sé stesso, interrompendo l’afflusso di sangue e intrappolando gas. È comune in esemplari di razze di grande taglia con torace profondo, come l’Alano e il San Bernardo.

Per questi motivi, è fondamentale trovare la formula assicurativa Santévet ideale per il vostro Akita Inu in modo che possiate stare tranquilli sempre, in quanto i nostri pacchetti coprono tutti le spese veterinarie per le vaccinazioni e tutti gli altri atti legati alla prevenzione, le infezioni comuni, gli interventi di routine nonché le patologie più serie.

Quanto costa un Akita Inu?

Il prezzo di un esemplare di Akita Inu in Italia varia in base a diversi fattori, tra cui l’origine, l’età e lo stato di salute. Generalmente, il costo oscilla tra i 700 e i 1.500 euro. Tuttavia, per cani con pedigree di alta genealogia, il prezzo può raggiungere cifre più elevate, fino a 2.500 euro. È fondamentale rivolgersi ad allevamenti certificati e affidabili, in grado di fornire la documentazione necessaria a dimostrare le origini e la salute del cucciolo. Data la popolarità della razza, esistono allevamenti in Italia che trattano l’Akita Inu, e il prezzo può variare anche in base all’esperienza dell’allevatore e alla rarità del pedigree dell’esemplare.