Quando un gatto sta per morire?
Quando un gatto sta per morire, soprattutto per cause naturali legate alla vecchiaia, mostra tutta una serie di segnali che riflettono il suo stato di salute in declino. I cambiamenti sono graduali, ma evidenti per chi lo conosce bene.
Come capire se il gatto è in fin di vita?
Il vostro amico peloso diventa sempre più letargico e spesso cerca un luogo isolato e tranquillo dove rifugiarsi, ad esempio sotto un letto o dentro un armadio. Un Maine Coon anziano, noto per il carattere affettuoso, potrebbe improvvisamente diventare più distante e meno interessato alle interazioni con la famiglia. Il calo dell’appetito è un altro segnale importante: un Persiano che magari prima era ghiotto di cibo umido, può iniziare a rifiutare qualsiasi alimento e persino l’acqua. Il respiro diventa irregolare, debole o affannoso, con pause prolungate tra un respiro e l’altro, segno che il corpo del gatto sta rallentando le sue funzioni vitali. Anche la temperatura corporea scende, le zampe possono apparire fredde al tatto e le gengive diventano pallide o addirittura bluastre per la scarsa ossigenazione. Un Siamese con una malattia incurabile, solitamente vivace e vocale, potrebbe smettere di miagolare e limitarsi a emettere suoni deboli, se non addirittura rimanere in silenzio.
Come muore un gatto di vecchiaia?
La fase finale può variare da poche ore a qualche giorno, con il gatto che alterna momenti di incoscienza a brevi attimi di lucidità, fino a quando il suo respiro si ferma dolcemente e il battito cardiaco cessa, segnando il passaggio sereno alla fine della vita del micio.
Quando è il momento di fare l’eutanasia a un gatto?
Optare per l’eutanasia e capire quando sia il momento di effettuare la soppressione del gatto è una delle decisioni più difficili per un proprietario, ma è anche un atto di amore quando l’animale soffre senza possibilità di guarigione e la qualità di vita è fortemente debilitata. Un gatto anziano o gravemente malato, come uno Sphynx affetto da cardiomiopatia ipertrofica, può iniziare a mostrare segni evidenti di sofferenza: difficoltà respiratorie, perdita di appetito, dolori persistenti che nemmeno i farmaci riescono a controllare e un generale disinteresse per l’ambiente circostante. Un Blu di Russia con insufficienza renale avanzata potrebbe diventare sempre più apatico, perdere peso in modo drastico e smettere di interagire con il proprietario, sintomi che indicano che la sua qualità di vita è ormai compromessa.
Come accompagnare un gatto alla morte?
Sebbene sia un momento difficile, accompagnare un amico peloso alla morte significa evitargli sofferenze inutili e garantirgli serenità fino all’ultimo istante. Potete accarezzarlo e parlargli con dolcezza mentre il veterinario somministra un sedativo per rilassarlo completamente. Successivamente viene iniettato il farmaco eutanasico, solitamente pentobarbital sodico, che induce un arresto cardiaco con la massima assenza di dolore nel giro di pochi minuti. Il processo dura poco, spesso meno di cinque-dieci minuti, e il gatto si addormenta in modo definitivo senza soffrire. Alcuni proprietari preferiscono restare accanto al proprio gatto fino all’ultimo respiro, mentre altri scelgono di salutarlo prima dell’intervento, affidandolo alle mani del veterinario. Ciò che conta è che l’animale affronti questo passaggio nel modo più sereno possibile, circondato da amore e rispetto, per rendere il distacco meno traumatico sia per lui che per le persone che lo hanno amato per tutta la vita.
Sopprimere un gatto: quanto dura, quali farmaci
In Italia, i veterinari utilizzano solitamente il pentobarbital sodico per la soppressione dei gatti. Questo farmaco è un potente barbiturico che induce rapidamente la perdita di coscienza, seguita dall’arresto respiratorio e cardiaco, garantendo una morte indolore. Prima della somministrazione, spesso viene usato un sedativo, come la medetomidina o il diazepam, per rilassare il gatto ed evitare ogni stress o paura possibile. Il processo dura in media cinque-dieci minuti. Dopo la sedazione, il veterinario inietta il pentobarbital solitamente per via endovenosa. In pochi secondi il micio entra in uno stato di incoscienza profonda e, nel giro di un paio di minuti, il cuore smette di battere.
Esperienze
La soppressione di un gatto è una decisione combattuta e un’esperienza emotivamente difficile, ma molte cliniche veterinarie si impegnano a renderla il più serena possibile per l’animale e per il proprietario. Molti scelgono di portare il proprio amico peloso in ambulatorio, dove il veterinario esegue l’intervento in un ambiente controllato e tranquillo. Tuttavia, sempre più persone preferiscono l’eutanasia dell’animale a domicilio. Una volta avvenuto il decesso, avete diverse opzioni per la sepoltura o la cremazione, nel rispetto delle leggi vigenti. Se volete seppellirlo, potete farlo in un terreno privato, come un giardino, ma solo se il Comune e l’ASL veterinaria locale lo permettono. Per la cremazione, potete invece rivolgervi a un servizio veterinario o a un crematorio per animali.
Veterinario a domicilio per eutanasia in casa
Questa opzione è una soluzione per evitare al gatto tutto lo stress possibile, tra cui quello del trasporto, e permettergli di passare gli ultimi momenti in un luogo familiare. Il servizio è offerto da diversi veterinari in tutta Italia, con costi generalmente più alti rispetto alla procedura in clinica, variando dai 100 ai 250 euro a seconda della zona e della disponibilità del professionista. Il veterinario arriva a casa, somministra prima un sedativo per calmare il micio e poi inietta il farmaco eutanasico per un processo rapido e indolore. L’eutanasia dell’animale a domicilio è sempre più richiesta perché offre al gatto una morte dignitosa e ai proprietari un ambiente più intimo e familiare per l’addio.
E l’eutanasia del cane?
Per quanto riguarda l’eutanasia del cane, la procedura è molto simile a quella del gatto, con l’uso di sedativi seguiti dall’iniezione di un farmaco, il pentobarbital sodico, per indurre una morte rapida e indolore. Tuttavia, nei cani di grossa taglia può servire più tempo per l’arresto totale delle funzioni vitali, soprattutto se il farmaco viene somministrato per via intracardiaca o intraperitoneale anziché endovenosa. Il costo varia in base a diversi fattori, spaziando dagli 80 ai 300 euro.
L’assicurazione veterinaria Santévet vi offre sostegno in caso di eutanasia del gatto, permettendovi di prendere la decisione con un maggior grado di rispetto per il benessere dell’animale e meno stress possibile, senza il peso economico come ostacolo. Una copertura adeguata garantisce una fine dignitosa, senza compromessi sulla qualità delle cure.